giovedì 26 luglio 2012

La solitudine degli adultoscenti


In casa a far quadrare i conti; non siamo in piazza (ancora) grazie al welfamily. In silenzio, mantenuti. E non sappiamo se è più umiliante o più mortificante. Di certo non è giusto. E ognuno combatte la sua personale battaglia. Solitaria.
Confronto nel programma In Onda fra Spagna e Italia e la crisi che morde. Immagini di piazze iberiche in rivolta. Si protesta. Ed in Italia, ci aspetta un autunno caldo, è una delle domande sul tavolo.
Da noi la rabbia della protesta non è ancora esplosa perché la generazione di mezzo, età adulta, scelte da grandi, figli, viene “man-tenuta”, tenuta per mano dai genitori, dai nonni.
Le ciambelle di salvataggio si chiamano, pensioni,
dopo una vita di lavoro; casa di proprietà, dopo le cambiali di una vita;  piccolo risparmio dopo una vita di sacrifici.
E nel dibattito irrompe un neologismo “adultoscenti”.
Siamo adulti, lo dicono i compleanni che si susseguono, i figli che abbiamo messo al mondo, le rate da pagare, i salti da un contratto all’altro, i compensi che arrivano, quando arrivano, con anni di ritardo.
Siamo adolescenti: a casa con i genitori, non ce ne siamo mai andati o siamo stati costretti a tornare; e loro lì a sostenere. E noi in casa in silenzio. Le piazze italiane sono vuote. Ancora.

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