mercoledì 12 dicembre 2012

Il legame spezzato: sociale senza società

La camorra uccide a Napoli, quartiere  Scampìa nel cortile di un asilo mentre i bambini provano la recita di Natale. Parte lo sdegno e per tener desta l'attenzione si tengono accese le luci nelle scuole per una notte. La sacralità dei bambini e  l'autorevolezza della scuola violati  vengono difese facendo luce.

A Scampìa da anni funziona il centro sociale Mammut, non ha più soldi per accogliere i mille bambini del quartiere assediato dalle regole della camorra. Mammut è un presidio di legalità e rischia di chiudere, per non farlo chiede aiuto a Riccardo Dalisi, artista del ferro che firma pezzi unici da vendere per recuperare risorse.
E' Natale, diamo una mano per tenere accese le luci del Mammut.

E' un'impietosa schizzofrenia, una doppia diagnosi cattiva.
Ma allora queste luci a Scampìa le vogliamo tenere accese o le vogliamo spegnere per sempre?

E' un grido strozzato, non si sente. E ognuno se lo tiene dentro per conto suo. E' il grido di ogni educatore, operatore, volontario, professionista del Terzo Settore partenopeo. Centri, servizi, casefamiglia, sportelli di ascolto stanno chiudendo soffocati dalla mancanza dei fondi pubblici. Il ritornello è sempre lo stesso: non ci sono soldi.

Fra poco è Natale e come ogni anno, parrocchie, scuole,luoghi di lavoro si affolleranno di aste, vendite di beneficenza, iniziative di dono e condivisione.
Si farà anche quest'anno ma quest'anno è diverso, non si chiede di fare una donazione per essere sostenuti, si chiede di donare anche un solo euro per non morire. Per non chiudere.

Con un senso di assurda precarietà che si raddoppia come in uno specchio malefico.

I servizi chiudono e si fanno precarie le condizioni di vita di tutte le persone che vi trovano ricovero: bambini a rischio di esclusione sociale, anziani che che non sono autonomi; donne maltrattate, i diversamente abili che hanno bisogno di sostegno per recuperare autonomia, i disagiati psichici, chi è rimasto senza un tetto sulla testa e chi sta per finire per strada perché bussa alla porta l'ordinanza di sfratto o la lettera del licenziamento.

I servizi chiudono e si fanno precarie le condizioni di vita di tanti lavoratori del settore sociale: educatori, psicologi, operatori di comunità e sociosanitari, medici, sociologi, assistenti sociali.... Si resta senza lavoro e si disperde tutto un bagaglio di competenze, relazioni, professionalità, studi, relazioni fra persone.