mercoledì 29 gennaio 2014

Poco pane e niente rose

Il lusso di scegliere e comprare il libro sbagliato. Sbagliato mo', forse  è parola  grossa per chi ama leggere, il cinema, il teatro, la musica i viaggi. Mi incuriosisce, lo compro e poi, letto, visto, ascoltato, andata e ritorno. Non mi è piaciuto. 

Non si può fare. Tempi di precarietà, pochi, pochissimi soldi a disposizione e allora tocca affinare il senso per la scelta giusta. Quando si può, se si può.

Che anche in questo paradosso è costretta a vivere e a sopportare la precarietà della generazione di mezzo. 
La prima generazione che nonostante ne sappia di più della generazione precedente, iperformata grazie a lauree, master, erasmus e famiglie a che finché hanno potuto hanno investito in formazione, sapere, cultura, considerandole cassaforte per il futuro.

Non è andata così, non sta andando così, se si sta più di tre minuti davanti allo scaffale di una libreria rigirando un volume fra le mani e poi si decide di passare per il supermercato che è più urgente fare la spesa per la cena; dicendosi "ho tanti classici a casa che potrei rileggere e magari di questo posso aspettare l'edizione economica":

Davvero non doveva andare così.