domenica 21 agosto 2016

Spostarsi senza svenarsi: gli autobus low cost collegano l'Italia della precarietà

La prima sensazione è quella della gita scolastica del liceo: autobus gran turismo, quell'inconfondibile odore di nuovo e di viaggio; l'indecisione nello scegliere il posto con l'ultima fila che allora prometteva il divertimento più riparato dalle orecchie professori e oggi permette di far allungare le gambe con più comodità.
L'accesso al wifi gratuito e la presa al posto per tenere in carica il telefono portatile ti proietta immediatamente nel  tempo presente.

Da qualche mese l'Italia si attraversa in pullmann a basso prezzo. Da Nord a Sud, da Sud a Nord precari della scuola, della manodopera, dell'edilizia si spostano così per non svenarsi. Quanto prima prenoti meno paghi, si trovano tratte Napoli-Firenze a 1 euro o Lombardia Calabria per 20.
Il lavoro non è continuo e per economizzare e non spendere tutto in alloggio, cibo e spostamenti, per muoversi si affrontano viaggi che ricordano il mood degli anni della scuola.

Un modo per ricollegarsi: paesi d'origine e luoghi di lavoro; amici, fratelli, padri e figli; mogli e mariti. Famiglie. Quel che ne resta e non si arrende.

A bordo ci sono i pensionati; nonne soprattutto che si spostano per far da baby sitter ai nipoti cosicché gli stipendi dei genitori non si polverizzino nel piacere di crescere i figli che è diventato un lusso.

E tanti ragazzi: si muovono per studio e per vacanza e sono gli unici che guardano scorrere il nastro d'asfalto con il diritto di un po' di speranza nel futuro. Solo un po' però. Sono nati precari e lo sanno.