domenica 26 marzo 2017

Robert Castel: Incertezze Crescenti - gli scollegati

E poi succede che quel che hai capito e scritto lo trovi teorizzato da un grande sociologo.
Sto leggendo Incertezze Crescenti di Robert Castel, me lo ha consigliato Alfredo Cavaliere, studioso delle trasformazioni contemporanee e mio amico dai tempi dell'università. Una lettura preziosa per me e per questo blog.  Mi appassiona, è un testo complesso che sento pagina dopo pagina vicino a me. Più leggo e più mi chiedo come ho fatto a stare senza?

A pagina 23 le prima folgorazione:

"Sul piano dell’organizzazione, innanzitutto, assistiamo a una crescente individualizzazione dei compiti, la quale esige mobilità, adattabilità, assunzione di responsabilità da parte degli “operatori”, come si usa dire oggi giacché il termine “lavoratore” non è più up to date...  ,,, il collettivo di lavoro può anche essere sciolto completamente, come succede nel lavoro in rete: gli individui si collegano per la durata della realizzazione di un progetto, si scollegano quando esso è terminato, pronti in seguito a ricollegarsi diversamente per realizzare un nuovo progetto..."
... il lavoro si organizza in piccole unità che autogestiscono la loro produzione, le imprese si servono ampiamente di lavoratori interinali e a contratto, e praticano il subappalto su larga scala. I vecchi collettivi di lavoro sono cancellati e i lavoratori sono messi in concorrenza gli uni con gli altri, con effetti profondamente destrutturanti sulle solidarietà operaie..

...Le carriere professionali sono diventate discontinue e hanno smesso di essere inserite nelle regolamentazioni collettive dell’impiego stabile. È così lo statuto stesso dell’impiego a trovarsi destabilizzato attraverso la discontinuità delle traiettorie e la fluidità dei percorsi..."

Il 23 febbraio di 3 anni fa ho scritto Colleghi Scollegati  http://sillabarioprecario.blogspot.it/2014/02/colleghi-s-collegati.html
ne riporto un pezzetto, era quel che avevo capito senza conoscere gli studi e le analisi di Castel

"A ciascuno il suo contratto e quindi a ciascuno la sua trattativa personale e riservata. Con buona pace di parole conquistate nel Novecento: diritti e dignità del lavoro, contrattazione collettiva, sciopero, compenso minimo sindacale. Parole svuotate ed archiviate nel caos conveniente di 36 o forse addirittura 42 forme di contratto che regolano i rapporti di lavoro fra datori di lavoro e lavoratori.

Una giungla che genera colleghi scollegati: ci si incontra per un tempo limitato, si fa grossomodo lo stesso lavoro, nella stesso posto ma chiusi ciascuno nelle sua traiettoria personale ci si guarda bene dal condividere le informazioni su modalità e tempi d'assunzione, compiti, orari, impegno in ufficio o da remoto, compenso, in bianco, a nero.E poi non sempre c'è la corrispondenza fra quel che si fa e quel che è scritto sul contratto".

L'essere confermata da una mente infinitamente più grande ed attrezzata della mia un po' mi gratifica intellettualmente ma non colma il profondo senso di ingiustizia.