giovedì 12 aprile 2018

In cattedra con la valigia

Il sogno di una cattedra, il treno  regionale all'alba direzione Roma, l'attesa in un bar si una chiamata dal Provveditorato prima delle otto, la speranza affidata ad un telefono che può squillare e anche rimanere muto.
Vivono questa condizione sospesa e drammatica gruppi di donne, maestre della scuola primaria, che ogni mattina tentano la lotteria di un lavoro.

Se ne parlerà martedì 17 a Napoli al centro Officine Gomitoli.



Uno spicchio di realtà duro ed ingiusto che rivela un mondo sofferente e amaro, disincantato ma non rassegnato, frutto di leggi ingiuste, di provvedimenti ratificati da una classe dirigente cieca che non ha occhi per guardare al futuro, che non si è posta domande e che avrebbe invece fatto bene a farsene.

Che qualità di insegnamento può garantire una professionista  a chiamata?
E se fosse l'insegnante di mio figlio?
Ed io potrei nel buio della notte, sopravvivere a questa lotteria professionale ed umana?

Una società che  consente che questo accada non può avere l'ardire di chiamarsi comunità. 

Questo capitolo specifico curato da un gruppo di sociologi della Federico II guidati da Giustina Orientale Caputo, fa parte di un volume, curato  da Michele Colucci e Stefano Gallo,   che raccoglie saggi che analizzano i cambiamenti che hanno attraversato l'insegnamento elementare. Dai primi del Novecento  infatti, i meccanismi di accesso alla professione,  hanno trasformato come questo lavoro femminile, sicuro in una corsa ad ostacoli densa di incertezze.