giovedì 22 settembre 2016

#vorreimanonparto. Serve lavoro stabile, riconosciuto, dignitoso

La Ministra della Salute Lorenzin, per il Fertility Day fa ancora autogoal  con una brochure sbagliata, usando immagini razziste (acquistate e non pensate ad hoc) lontanissime dalla nostra realtà.
La Stampa riporta con questo speciale  http://www.lastampa.it/italia/speciali/fertility-day la discussione al qui ed ora e lancia #vorreimanparto.
Con una puntuale informazione su: donne che hanno figli, come fanno a star in equilibrio tra lavoro di riproduzione e di cura,  quelle che non li fanno, perché non li fanno e lancia #Vorreimanonparto chiedendo ai lettori di partecipare alla discussione raccontando cosa serve davvero alle famiglie.

Alle famiglie serve lavoro stabile, riconosciuto, dignitoso.

Le Vorreimanonparto hanno poco più o poco meno di trent'anni. Vivono in un Paese che non solo non progetta e offre servizi per le giovani mamme, ma non dà  opportunità lavorative dignitose. L'autonomia non la puoi costruire se non hai certezza di un contratto, certezza del rinnovo del contratto, retribuzione congrua a quello che sai fare e che hai studiato, pagamento in un tempo definito.
L'indipendenza non la puoi costruire se non puoi lasciare la casa dei tuoi genitori.

Le precarie che oggi hanno  poco più o poco meno di 50 anni, cresciute e formate in una società che si basava sull'idea del posto fisso, uno per tutta la vita e con la scadenza del 27 del mese a segnare l'arrivo dello stipendio i figli li hanno fatti contando sui nonni. Risparmi, casa di proprietà dove vivere insieme, pensioni.
Scoprire, capire, metabolizzare che il posto fisso non c'era e mai più ci sarebbe stato è stato il lavoro più difficile. 

Ma almeno hanno chiuso gli occhi e nell'incoscienza di un domani migliore i figli che hanno desiderato li hanno messi al mondo. Ed ora che sono adolescenti si tratta di attrezzare loro e questo mondo a non essere un'altra generazione vittima del  #vorreimanonparto.

giovedì 1 settembre 2016

Fertilityday. Una pensata senza rispetto

Una campagna per invitare le donne e mettere al mondo figli? In questo mondo di incertezza e precarietà lavorativa? Di  contratti a scadenza, di lettere di dimissioni firmate ai colloqui in cui ci si impegna a lasciare il posto in caso di gravidanza; in questo paese di nonni che sostituiscono gratuitamente baby sitter, asili, accompagnamento a  scuola e sport, catechismo, feste di compleanno....

Ma davvero qualcuno, un gruppo di menti pensanti ha potuto immaginare, disegnare, creare claim e slogan per lanciare una campagna con una data,  un giorno in cui ricordarsi di procreare?

Ma davvero? Davvero?  Questa campagna, non è surreale e ridicola.

E' offensiva. Offensiva per le donne: quelle che hanno lottato per autodeterminarsi, rivendicando il diritto di scegliere se, quando, come e con chi mettere al mondo un figlio.

Offensiva per le donne che oggi lottano per tenere insieme desiderio di autonomia lavorativa (sempre più precaria); desiderio di famiglia sempre più rischioso perché se non hai la certezza di un lavoro rispettoso di quel che fai e di quel che sai non è che ai figli basta intonarci la canzoncina della ninna nanna se torni a casa e ti sobbarchi un'altra giornata di lavoro casalingo e non puoi permetterti una persona che se ne occupa al tuo posto.

Troppo facile portare a paragone la vita di una ministra, quindi non lo farò.

Intanto il sito della campagna è stato chiuso. Non è rimasto che il logo.
Nelle prossime ore partiranno distinguo e spiegazioni. Da una Ministra della Repubblica che non sa nulla dell'essere donna e madre in questo Paese.
Serve lavoro rispettato, servizi rispettosi, classe dirigente rispettabile, capace di leggere e governare i cambiamenti con rispetto.