domenica 1 maggio 2016

PrecariRai

Sguardi bassi, silenziosi persi dietro il susseguirsi delle consumazioni. Interno, in un giorno qualsiasi,  del bar Rai di via Teulada. Si alternano anonimi caffè variamente conditi senza personalità, serviti a clienti senza identità. Il rito della pausa senza l'abitudine di persone che si conoscono. Uno via l'altro: espresso, macchiato, lungo, amaro, decaffeinato. Uno vale l'altro: autore, regista, montatore, suggeritore, esperto artistico, giornalista, impiegato. Zero senso di appartenenza a MammaRai che alleva figli (contratto a tempo indeterminato, stipendi che vanno dal giusto dignitoso all'ingiusto sontuoso) e figliastri - Partite Iva e Tempi Determinati con contratti a scadenza e obblighi in tutto uguali ai dipendenti.

La Rai 9.600 dipendenti a tempo indeterminato e si avvale di collaborazioni richieste a 1.500  lavoratori titolari di  Partita Iva e 1000 a tempo determinato. Queste cifre contano gli iscritti alla cgil, quindi sono parziali per difetto. Sono di più i dipendenti e pure i precari incasellati nella dicitura AtipiciRai.

Ogni giorno migliaia di atipiche persone lavorano alla Rai. Raggiungono una delle palazzine del Servizio Pubblico, accedono ad una stanza, hanno una postazione.



Moltissimi usano un telefono ed un indirizzo email aziendale che tacciono nelle settimane di "pausa", dove pausa vuol dire interruzione di contratto che interrompe lavoro, stipendio ed anche contatti, relazioni, progetti.

Interruzione di contratto vuol dire soprattutto niente rate se vuoi comprarti un portatile nuovo, niente mutuo se progetti di acquistare casa, niente maternità se aspetti un figlio. E non è che puoi metterti a spiegare a tutti che sì d'accordo lavori alla Rai, ma non è come tutti pensano.

Senza contare che si entra in  un gruppo che è come un cerchio che tiene dentro i garantiti e tiene fuori i contrattisti chiedendogli impegno in orari extra, incombenze improprie, finanche investimenti economici.

Ai filmaker partite iva, per esempio,  inviati a realizzare servizi in giro per l'Italia per i talk politici  e per le trasmissioni di denuncia, accade di pagare l'iva due volte, sui viaggi che fatturano e sul reddito.

Da qualche tempo e con molta difficoltà la comunità degli AtipiciRai ha cominciato a fare dei passi insieme. Superato il muro del silenzio in cui ciascuno stava dentro la sua personale bolla precaria, oltre ad impegnarsi nella rivendicazione sindacale, si è riusciti a mettersi in dialogo attraverso i social creando su fb il gruppo Iva Party  https://www.facebook.com/IvaParty/?fref=ts.

La posizione dell'azienda? Classica, in trattativa con i sindacati che stanno lavorando ad una piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo.

Utile certo. Servirebbe anche che i volti noti della televisione - giornalisti, showman, cantanti, presentatori -  prendessero posizione pubblica, mettendo la loro popolarità a servizio di tanti lavoratori che contribuiscono con il loro lavoro quotidiano, oscuro e nascosto a renderli popolari;  gente che, volendo potrebbe metterci la faccia.