sabato 14 luglio 2012

Matrimonio fra fine e inizio millennio

Insieme. Per scelta che si fa ogni giorno scommessa. Cresciuti in un fluire di certezze che tendevano verso l'Italia media. Il lavoro, uno per tutta la vita, la scuola, le vacanze al mare, il Natale con i nonni.
Facciamo parte di una generazione sperimentale: che non ha fatto in tempo a rientrare nel terno del posto fisso; perchè a vent'anni pensi che basti studiare e seguire il tuo sogno. Era il tempo in cui la raccomandazione era un sistema normale per ritagliarsi un ruolo lavorativo e sistemarsi. Poi con Tangentopoli sembrava doversi aprire una stagione nuova, scandita dal merito.
Un'illusione. Di padre in figlio, di amico in amico, da potente a introdotto, la segnalazione è diventata solo più carsica, sotterranea. Con un sistema di 'regali' in  cui sono lievitate le percentuali perchè è aumentato il rischio. E hanno smesso anche di indire concorsi per ruoli pubblici.
Fino ad un certo punto pensi che il matrimonio sia un giorno che arriva come l'ultima tessera di un puzzle: occupazione certa per due; una casa con spazi rinnovati e arredata per due; e due che aspirano a moltiplicarsi almeno per due.
Poi senza dirselo esplicitamente scommetti e punti tutto sulla speranza: ti sposi anche se il lavoro non è quello sperato, la casa non è quella sognata e la consapevolezza che i figli hanno diritto ad avere genitori se non giovani almeno entusiasti. La prima bambina è una scelta di coraggio, il fratello un'incoscienza ragionata.Per amore. Di due che si è moltiplicato per due.
E' una riflessione del 2007, volevo prenderne solo un estratto; ma è tutto cosi brutalmente attuale.
Aggiungo solo una domanda: mi sono sposata nel 2000, avevo 34 anni, a 35 la prima bambina....
Quanti precari trentenni mettono su famiglia oggi?




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