Da precari, il lavoro più pesante, soprattutto d'estate, lo fa il cervello, addensato continuamente di interrogativi legati a doppio filo al futuro prossimo.
La proiezione massima è il dopodomani
Nell'incertezza continua, del contratto che scade, magari fra maggio a giugno la frase: "ci risentiamo a settembre" arriva come una mannaia. E dà senso negativo all'originario significato della parola vacanze.
Vacatio - Vuoto. Vuoto Pneumatico Depresso.
Vacanze da cosa???
Per dove? E con quali soldi? Perchè caratteristica e abuso della precarietà è lavorare ora ed essere pagati poi. I committenti aspettano sempre i soldi da qualcun'altro. Quasi sempre un ente pubblico.
E allora, nonostante il caldo che fa; stai fresco!
Vacanze? Dipende.
Il single resta a casa.
In coppia si spera in un last minute magari dopo ferragosto.
Chi ha figli qualche giorno di mare ci vuole.
Loro si divertono e poi si risparmiano qualche influenza d'inverno, che arriva sempre nella settimana in cui si lavora. E allora quest'anno l'ombrellone o il bilocale zona balneare si condivide con amici o parenti.
Insieme si ammortizzano i costi, ci si sente meno soli e le giornate d'attesa e di speranza passano prima.
Se poi c'è la connessione wi-fi non si resiste alla tentazione di controllare la posta, fb, tw e il telefono. Chiamasse qualcuno prima di settembre. Non si sa mai.
Meglio staccare qualche giorno, riponendo portatile e telefono per ridurre l'ansia della vacanza senza riposo.
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